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Salvatore Cusimano, Direttore sede Rai Palermo (Palermo, 26/01/2010)

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"La musica di Fabrizio Puglisi coniuga perizia tecnica e forza compositiva.

L'ispirazione moderna lo fa dialogare costantemente con i migliori autori contemporanei senza alcun cedimento a tentazioni accademiche ma con un costante richiamo evocativo alla forza delle emozioni.

L'energia delle sue esecuzioni mette in luce la carica trascinante della musica che sgorga da una intensa vita interiore.

L'auspicio che si può fare è che il compositore prosegua la sua ricerca e soprattutto che trovi un pubblico più vasto disposto a farsi coinvolgere dalle suggestioni di una musica che ha il respiro del tempo che viviamo ma salde radici nella tradizione dei padri della composizione".

 

G. Gioanola, Suonare news” (dicembre 2002, recensione de “Il giovane Alembroth”, per pianoforte):

“Il sottotitolo (“12 brevi brani per giovani pianisti”) è già la recensione, e diventa molto difficile dire qualcosa di interessante. Non che i pezzi siano banali o scontati: Puglisi usa la tonalità allargata con garbo e buon gusto, le lievi deviazioni in senso atonale e politonale non provocano sconcerto né smarrimento del senso della “direzione” musicale. Le dimensioni ridotte regalano a questi brevi brani un aspetto da quadretti, da foto-ricordo. I riferimenti stilistici sono molti e vari: tra tutti ci sembra preminente la parentela con l’analoga produzione musicale di Schumann, anche se i sotterranei ardori del giovane romantico lasciano qui il posto a fremiti più lievi, temperati da un intimismo lievemente Biedermeier. Tra tutti i brani, citiamo soltanto il lunare, spiritoso Orologio a pendolo. Buona ed elegante la edizione Pizzicato, molto pulita e curata pur nell’estrema semplicità”.

G. Gioanola, Suonare news” (luglio/agosto 2005, recensione de “Tre pezzi”, per vl. e pf.):

Mai dare niente per scontato. Un approccio sistematico, per esempio, fa superare tutte le tappe di un percorso per conseguire determinati risultati: in particolare, nella didattica violinistica, solo dopo la esplorazione delle singole corde è possibile affrontare il “cambio”. Proprio su quest’aspetto si soffermano i Tre pezzi per violino e pianoforte di Fabrizio Puglisi, delle edizioni siciliane Studiomusicalicata. Ciascuno dei tre brani utilizza un periodo binario, in tempo ordinario; due sole corde con inizio dalla più acuta e cambio a ogni battuta; quattro semiminime per misura (in tutto 29 note). Per il pianoforte è invece previsto un approccio strumentale più disinvolto, per qualche estensione impegnativa e una ricercata armonia”.

M. Gioiosa, Musica e Scuola” (luglio/agosto 1995, recensione dei “Quattro Pezzi umoristici e bizzarri” e dei “4 Brevi Pezzi”, per pf. a 4 mani):

Continua l’attenzione del Maestro Puglisi verso la didattica pianistica con queste due raccolte di pezzi interessanti scritti con sapienza e gusto”.  

M. Gioiosa, Musica e Scuola” (dicembre 1994, recensione dei “Pezzi facili e Little blues, per pianoforte):

“Gli otto Piccoli Pezzi per pianoforte possono far gola ai piccoli pianisti che hanno voglia di esibirsi con brani divertenti. Il Little blues, di buon gusto, chiude la breve raccolta”.

Rosa Maria Li Vecchi, La Sicilia” (1 Aprile 2007):

“Autori come Bach ed Haendel possono essere considerati simbolo della musica colta occidentale poiché, nell’interpretare lo spirito della propria epoca, hanno in realtà posto la pietra angolare di un modo di comporre. E proprio a loro si rifà il lavoro del maestro Fabrizio Puglisi, nisseno, pianista e compositore, docente di cattedra di pianoforte principale all’Istituto musicale “Bellini” di Caltanissetta dove tiene anche il corso di Storia ed analisi del repertorio pianistico nel biennio Superiore di Specializzazione.

Il compositore nisseno ha dedicato attenzione ad alcune delle pagine più note dei due grandi compositori: si tratta delle rielaborazioni del Minuetto in Sol minore, tratto dal “Klavierbüchlein für Anna Magdalena” di Bach (rielaborazione realizzata nell’ottobre 2004, edita da Pizzicato), e della Passacaglia in Sol minore dalla Suite n. 7 per clavicembalo di G. F. Haendel (realizzata nel settembre 2003, eseguita in prima assoluta a Mestre, in provincia di Venezia, nel dicembre del 2005 dalla pianista Gabriella Perrera, edita da Armelin).

Ma quali le ragioni di questa attenzione verso i compositori del passato? “Questi lavori – dice Puglisi – si collocano nel solco di una lunga tradizione, la “trascrizione da concerto”. Emblematici gli esempi dovuti a Liszt e a Busoni: quest’ultimo amava anche definirle “libere ricreazioni”, e a lui si devono molte trascrizioni, rielaborazioni e citazioni, senza dimenticare le parafrasi Lisztiane da opere di Bellini, Verdi, Gounod”.

“L’utilizzo e il rimaneggiamento – continua – di materiale altrui si deve già a Bach; basti pensare alle sue trascrizioni per clavicembalo dei concerti Vivaldiani, mentre Mozart trascrisse per quartetto di archi una serie di fughe tratte dal “Clavicembalo ben temperato” di Bach e i suoi primi concerti impiegavano materiale tematico di altri autori, tra i quali C. Ph. E. Bach, Raupach, Eckard”.

Ma il lavoro del maestro Puglisi si è evoluto in molteplici direzioni, dai “Quattro pezzi umoristici e bizzarri” (1992), dedicati a Vincenzo Mannino, alla raccolta per i giovani pianisti “Il giovane Alembroth” (2000 – uno dei pezzi è stato inserito come pezzo d’obbligo nei programmi del Concorso pianistico nazionale “Piccole mani – P. Squartini” di Perugia), dalle “Miniature”, ciclo di brevi composizioni per pianoforte, ai 10 Corali (Ed. Armelin), concepiti secondo lo schema del genere, ma animati da uno spirito tutto moderno che ne fa una sorta di “viaggio” attraverso l’evoluzione armonica della musica occidentale fino alla dodecafonia.

Diplomatosi in pianoforte nel 1982 al Conservatorio “Bellini” di Palermo con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida di Vincenzo Mannino, Puglisi ha studiato composizione con il maestro Eliodoro Sollima. All'attività compositiva affianca quella didattica e concertistica.

Ma che cosa significa, oggi, comporre musica e qual'è la risposta degli interpreti e del pubblico? “C’è una sorta di insoddisfazione – dice – da parte di molti autori contemporanei perché si sa che questa musica viene considerata dal pubblico come fenomeno “di nicchia” e quindi la risposta è limitata”.

“Nel ‘900, ma anche ai giorni nostri, si ha a disposizione una vasta gamma di linguaggi e questo può essere un vantaggio per i compositori. Non bisogna però mai perdere di vista la fruibilità, intesa soprattutto come rapporto proficuo tra compositore, interprete e pubblico”.

Rosa Maria Li Vecchi (Teatro Margherita, Caltanissetta, 11 maggio 2009; presentazione del doppio cd):

Presentiamo questa sera il nuovo lavoro discografico del maestro Fabrizio Puglisi, il doppio cd “12 Studi & Piano Works” che  arriva ad un anno dalla registrazione effettuata proprio qui, al Teatro comunale Regina Margherita.

Edito dalla casa editrice Pizzicato, il cd contiene rielaborazioni tratte da brani celeberrimi di autori quali Bach, Haendel, Paganini, Cimarosa ma anche alcune giocose variazioni tratte da composizioni del maestro Antonio Trombone e vuol essere un omaggio agli autori del passato ma anche ad un grande autore e didatta del Novecento quale, appunto, il maestro Trombone, dal quale Puglisi ha tratto le variazioni “Soldatini”, inserite nell’incisione ed ispirate a “I soldatini passano”, e “Trenino elettrico”, eseguito fino ad oggi una sola volta e tratto da “Il trenino”, celeberrima sonatina del maestro Trombone.

Ascolteremo questa sera anche una interessante serie di brani originali, presenti nel doppio cd, con i quali Fabrizio Puglisi si racconta attraverso un linguaggio compositivo ed armonico di particolare suggestione, fatto di ampi spazi sonori ed eleganti equilibri nella tessitura delle stesse composizioni. È il caso di “Hajaba” - pubblicato con la prefazione analitica di Maria Giovanna Gulino - edito nel 2008 ma composto nel 2006 in occasione di un corso di musica contemporanea tenuto dal M° Sergio Mascarà all’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta. “Hajaba” è una parola maghrebina che significa “che nasconde”; il pezzo è dedicato alla pianista Maria Giovanna Gulino, che lo ha eseguito già nel 2006 in prima esecuzione assoluta ed il cui cognome è appunto “nascosto” tra le note del tema introduttivo.

È un brano strutturato secondo la forma A-B-A, che offre all’ascolto svariate atmosfere, dalla rarefazione della prima parte alle dinamiche in espansione della parte centrale, irta di difficoltà tecniche non indifferenti, fino al ritorno alla quiete nel finale.

In prima esecuzione assoluta ascolteremo poi i “10 Corali”, serie di brevi composizioni nate dopo lo studio dei corali bachiani, che spaziano dall’ambito tonale alla dodecafonia passando attraverso l’uso della scala esatonale. L’ultimo dei corali sarà proposto in una versione differente rispetto a quella pubblicata ed incisa sul doppio cd; è inserito, infatti, nella struttura compositiva tonale originaria, un tessuto politonale di rara compattezza.

La pagina pianistica in Puglisi è dunque “pensata” con l’ampiezza di respiro della composizione orchestrale ma con la ricchezza armonica e timbrica tipica dello strumento cui è dedicata, quasi una rinascita della musica pura per pianoforte che sfrutta a fondo tutte le caratteristiche e le qualità espressive dello strumento odierno.

Ed ancora la grazia e l’eleganza “antica” del “Temino in Fa” e della “Gavotta”, pezzi per flauto e pianoforte in “stile galante”, come recita il sottotitolo, ancorati alla tradizione settecentesca e composti nella versione originale per flauto e clavicembalo.

Ancora una prima esecuzione assoluta con la presentazione della trascrizione per flauto e pianoforte di un canto liturgico tratto da una Messa per organo, voce solista e coro, composta dallo stesso maestro Fabrizio Puglisi su testi di Rosanna Zaffuto Rovello. “L’anima mia ha sete di te” è il titolo del brano, non inserito nel doppio cd.

Ascolteremo anche un brano a 4 mani, la suite per pianoforte “Zanzibar”, già inserita come pezzo d’obbligo nel concorso di esecuzione pianistica “Piccole mani – Pietro Squartini” di Perugia.

I lavori contenuti nel doppio cd “12 Studi & Piano Works” sono composizioni pubblicate da varie case editrici - Pizzicato di Udine, Armelin di Padova, Carrara di Bergamo, Studiomusicalicata di Noto - dal 1977 ad oggi; presente nell’incisione anche l’Allegro in Sol, primo lavoro composto da Fabrizio Puglisi.

L’esecuzione del programma del concerto è affidata all’autore Fabrizio Puglisi, alla flautista Anna Maria van der Poel e alla pianista Maria Giovanna Gulino.

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Nella seconda parte del concerto ancora momenti di particolare interesse per la ricchezza della rielaborazione e la singolarità della ricerca armonica con l’esecuzione degli studi tra i quali quello tratto da “La Caccia” di Paganini , “Sulle ottave”, tratto dalla Sonata di Domenico Cimarosa, e “Gabilia”, composto con una scrittura singolare che vede la prevalenza della mano sinistra.

E sono pagine essenziali, di concisa brevità ma dense di significato per la loro tessitura armonica, per la ricerca sottile degli equilibri interni questi studi per pianoforte, composti tra il novembre 2007 e l’aprile del 2008.

Ascolteremo dunque lo studio n. 2 “Sugli accordi”, che l’autore indica esplicitamente come “Bachiano”, lo studio n. 3, lento-cantabile in Sol diesis minore e poi ancora il n. 4, "Sulle terze e seste", e il n. 5 ”Gabilia”. Saranno proposti ancora gli studi n. 7 sul contrappunto, il n. 8, un altro lento-cantabile in La minore, il n. 9 dedicato ai "ritmi in contrasto e all’estensione" e il n. 11, che vede una scrittura pentatonica per la mano sinistra contrapposta alla tessitura diatonica della mano destra. Conclusione con i già citati studi ispirati a Cimarosa e a Paganini.

Nei cd sono presenti – oltre agli artisti che ascoltiamo questa sera – anche il violinista Eliseo Biazzo e i pianisti Paolo e Aurelio Pollice. Tutto nisseno lo staff tecnico che ha lavorato alla realizzazione del progetto, dalla registrazione curata da Michele Territo all’editing, a cura di Massimiliano Vetri.

Il progetto di realizzazione del cd è stato realizzato, inoltre, grazie alla collaborazione fattiva del Comune di Caltanissetta, che ha messo a disposizione il Teatro comunale, e dell’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta, che ha concesso l’uso del pianoforte a coda per la registrazione del lavoro discografico.

 

(aggiornamento: 30 agosto 2014)